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Di Moshè Marco Del Monte

Nella parashà viene descritta la famigerata contesa di Korach e della sua assemblea. Potremmo pensare a prima vista che questa richiesta fatta a Moshè, di una ridefinizione delle cariche spirituali e della guida delle tribù, possa essere religiosamente legittimata.

Infatti il Midrash esplicita il pensiero di Korach, il quale sembra volesse essere sicuro di non discostarsi dall’ordine Divino, e quindi si sia posto il dubbio se la legge provenga proprio da D.o oppure dall’uomo Moshè, pensando, erroneamente, in quest’ultimo caso, di delegittimare la validità della regola, pensiero, purtroppo, che non ha mai cessato di esistere nei confronti delle norme stabilite dai Maestri. Di fatto l’intenzione era tutt’altra. Già da questa dinamica si impara un certo tipo di atteggiamento che può capitare nella mente di chi non vuole rispettare le leggi: Cercare una giustificazione Spirituale al proprio comportamento inadatto, trasformandolo quasi in una adesione più forte, genuina e sana alle regole, considerandole troppo rigide macchinose e addirittura affermando che non siano conformi alla grande misericordia del Creatore. L’atteggiamento di Korach nella non accettazione della divisione dei ruoli all’interno del popolo, di fatto, è un giudizio negativo sia sugli uomini ma soprattutto sui principi e dinamiche di come Hashem gestisce l’universo. A volte si può essere tentati di pensare come Korach domandandosi come sia possibile che Hashem dia benessere materiale a persone che non lo meritino, beni materiali, ruoli lavorativi, ruoli spirituali, la casa, la macchina, il partner migliore, e ci si potrebbe domandare: Perché a lui si, e a me no, nonostante io sia migliore di lui? Questo porta a volte rancore e tristezza/depressione. La lezione che si dovrebbe imparare è che Hashem decide i ruoli, e anche se può sembrare una scelta ingiusta, bisogna capire che Hashem, anche se a volte non è a noi comprensibile, agisce nel modo più giusto e perfetto che esista, e non dipende certo solo dallo sforzo dell’uomo l’acquisizione di posizioni specifiche come è scritto: Se Hashem non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori (Salmi 127,1). Quindi a non giudicare positivamente il prossimo e il suo ruolo si commettono due colpe: nei confronti dell’Uomo e nei confronti di D.o.
Proprio per questo Korach viene punito in un duplice modo: Inghiottito dalla terra e bruciato da un fuoco proveniente dall’alto, dall’Eterno. Una punizione attraverso la terra, cioè rappresentante i rapporti tra uomo e uomo, e una punizione attraverso un fuoco spirituale, rappresentante i rapporti tra uomo e D.o. Inoltre secondo i maestri della Kabbalà e della Chassidut esistono quattro elementi che compongono l’uomo e da una parte di questi, quella negativa, provengono atteggiamenti, emozioni negative: Aria (tutto ciò che riguarda il discorso vano, le adulazioni, le menzogne, lashon Hara; Acqua (tutto ciò che riguarda il desiderio dei piaceri); Terra (la tristezza e depressione); Fuoco (Superbia, Rabbia ed essere eccessivamente puntiglioso). Quindi Korach verrà punito con due degli elementi che rispecchiavano proprio le sue cattive inclinazioni, misura contro misura, Fuoco e Terra, sentirsi superiori agli altri, ed essere amareggiati tristi se non va come vogliamo noi. Che possa essere allontanato da noi ogni Korach esterno ed interno e che possiamo vivere in serenità ed unità ogni giorno all’insegna dello Shalom.