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Di Rav Alberto Sermoneta

Nella prima parte della parashà di mattot ci viene insegnato il comportamento da seguire nel caso di una promessa o di un giuramento.
Nella seconda parte invece viene comandata a Mosè da parte di D-o, l’ultima delle mizvot che deve compiere prima di morire:
“…vendica i figli di Israele dai Midianiti, dopo di che ti unirai al tuo popolo”.
Per nessun altro essere vivente è dato di conoscere il giorno della sua morte, né di trattare la propria morte, come è accaduto per Mosè.
Nel Sifrì è detto che il compito dei “parnasim” – gli amministratori del popolo, è anche quello di vendicare o riscattare il popolo stesso e per questo rimangono in vita fintanto che non hanno assolto a questo impegno.

Si racconta in un midrash che il Malakh ha mavet (l’angelo della morte) si presentò a Mosè, dicendogli di andare con lui, perché era giunto il suo momento; Mosè si ribellò chiedendogli chi lo avesse mandato.
Il Malakh ha mavet disse allora che veniva perché era il Signore che lo voleva, ma Mosè a sua volta replicò dicendo che se era il Signore a volere ciò, che fosse venuto Lui in persona.
Era tanto importante e caro Mosè agli occhi divini che il Signore stesso, si recò da Mosè a dirgli che era giunta la sua ora.
A ciò Mosè non poté replicare e si arrese alla volontà divina.

Shabbat shalom