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Di Moshè Marco Del Monte

La Parashà della settimana prende il nome di Pinchas, figlio di Elazar figlio del Gran Sacerdote Aharon.

La Parashà inizia con la Parola dell’Eterno rivolta a Moshè dicendo che a causa del grande zelo di Pinchas, è stata placata l’ira di D.o, espiando la colpa d’Israel, e perciò da ora in poi Pinchas acquisirà il merito del sacerdozio e del patto della pace.

Cosa fece di così grandioso Pinchas? “Vaikach Romach Beyadò” “Afferrò con la sua mano una lancia” […] e trafisse Zimrì, capo del casato di Shimon, e Cozbì, principessa midianita, nel momento della loro unione provocatoria attuata di fronte a Moshè e a tutto il popolo d’Israel. Secondo la tradizione, l’anima di Pinchas tornerà nel profeta e quindi nell’angelo Elihahu Hannavì preposto a presenziare ogni “Brit” Milà.

Molti si chiedono perché l’atto di afferrare e usare una lancia in tal modo, causa perdono ed espiazione e addirittura si arriva a coronarsi, “paradossalmente”, del premio di un patto di pace. Ovviamente la Torà è eterna e universale, quindi valida in ogni tempo e per ogni persona; perciò, una delle chiavi di lettura di questo episodio ce la fornisce il grande Rabbino Mekubbal, Yosef Chaym di Baghdad, conosciuto come il Ben Ish Chai. Nella parashà di Vaerà, Ben Ish Chay spiega e decodifica il nome di questo strumento di guerra e pace chiamato Romach-Remach, cioè “Lancia-Spada”. Le tecniche interpretative sono quelle della permutazione e della ghematrià.

È scritto in esodo 8,19: “E metterò un segno tra il mio popolo e il tuo popolo domani-machar”. “Machar-domani” sono le stesse lettere di “remach-romach” “lancia-spada” ma anche di “rachem” “misericordia”, e hanno valore numerico di 248, come le mitzvot positive. Ci spiega il Rav che il concetto di misericordia è strettamente legato al concetto di amore: Si compie la volontà di Hashem osservando le mitzvot positive (248) con amore e quelle di astensione (365) con timore, ma continua il Rav scrivendo che attraverso l’amore, e quindi l’unione che si ha tra il popolo, le mitzvot asè che uno compie vanno a completare le mitzvot asè che mancano al prossimo, accomunando i meriti relativi.

Ma non finisce qui, Ben Ish Chay continua dicendo che “Romach” “Lancia” (ghematria 248) rappresenta le 248 lettere dello Shemà Israel, poiché la recitazione dello Shemà ha la forza di uccidere e distruggere i nemici spirituali provenienti dalle forze del Male. Proprio per questo prima di dormire si recita lo Shemà, e questa “spada a doppio taglio”, come è scritto nei tehillim 149,6, ha il potere di annientare le entità negative che non permetterebbero di riposare in tranquillità, in Shalom, e impedirebbero all’anima di ascendere nei mondi superiori nel momento del sonno. Tali forze, spesso sono generate dalle trasgressioni legate proprio al Brit.

Ecco quindi che la decodificazione dell’atto di trafiggere i due peccatori, proprio nel posto dell’intimità, sta a rappresentare il “Tikun”, l’atto di riparazione, che avviene recitando lo Shemà, eliminando la traccia della trasgressione e meritando un “Brit” Shalom, Patto di Pace, di serenità: Pinchas, quindi, usò lo Shemà contro le forze del male, così come è scritto nel Talmud in masechet Meghillà pag.3°: “Disse Ravinà che qualora qualcuno dovesse spaventarsi senza un motivo evidente nonostante apparentemente non vede nulla[..], che legga lo Shemà”. Spiegano i commentatori che il senso di paura potrebbe essere causato dalla percezione di entità negative presenti in quel posto.

La soluzione per poter vincere su tutto questo? Prendere in mano una potente Lancia, cioè, leggere lo Shemà, e meritare così Shalom e Berachà.

Shabbat Shalom