Di Marco Del Monte

“Pinchas figlio di Elazar figlio di Aaron” (Num 25,11).
Si domanda Rashì il perché ci sia bisogno di menzionare le ascendenze di Pinchas? Dal momento che le tribù parlavano di lui in modo dispregiativo, dicendo: "Avete visto questo figlio (nipote) di Putì (Nome di Itrò)?

Il padre della madre era solito ingrassare (pitem-Putì) vitelli per sacrifici idolatri (Eleazar suo padre aveva sposato una figlia di Putiel che è identificato con Itrò), e ha osato uccidere un principe di una delle tribù di Israele!". Quindi la Scrittura viene e collega la sua genealogia con Aaronne ( Sanhedrin 82b ).
Questa l’interpretazione al livello letterale. Al livello mistico ci fornisce una straordinaria spiegazione Rabbì Yaakov Abuchazeira (Abir Yaakov) nel libro Peninè Abir Yaakov al HaTorà. Questo è ciò che viene spiegato:
A volte la vita ci mette di fronte a delle sfide spirituali molto più grandi delle nostre forze e quindi l’uomo è portato a dire a sé stesso di non riuscire ad affrontare questo grande impegno ma, nel momento in cui decide di mettercela tutta, ad ogni costo, immediatamente vedrà che dal cielo lo aiuteranno dandogli delle nuove forze che non conosceva prima, come è scritto “Abbà Leitaher mesayein otò” cioè chi viene per purificarsi lo si aiuta (dal Cielo). Proprio per questo spiega Abir Yaakov (in Pituchè Chotam, parashat Pinchas) che anche Pinchas nel momento in cui entrò in lui questo forte sentimento di zelo, volendo far cessare l’ira di Hashem dal popolo ed eliminare l’“accusatore” spirituale d’Israel, ricevette un grande aiuto dal Cielo. Quale fu questo aiuto? Spiega Rabbì Abuchatzeira un concetto Kabbalistico molto profondo: il concetto di “Ibbur”. Letteralmente questo termine denomina una donna incinta (meubberet), cioè due vite unite in un unico corpo. Secondo i Mistici esistono due tipi di “attaccamento” di due o più anime, uno non positivo, il “Dybuk”, ed uno molto positivo, “l’Ibbur”. L’ibbur è quando una o più anime di Tzaddikim e Grandi Maestri si uniscono ad un’altra anima, in questo mondo, per fornirgli nuove forze, nuove energie. Nel caso di Pinchas, ci spiega Abir Yaakov riportando gli scritti di Arì Hakadosh (sefer halikutim parashat vaerà, Hakdamà 32 al Shaar Haghilgulim), si unirono a lui due anime sante per aiutarlo nel suo intento: Quella di Yosef Hatzadik e quella di Itrò, entrambi giusti che combatterono nella loro vita e vinsero sia la proibizione dei rapporti proibiti (Yosef) sia dell’idolatria (Itrò, dopo aver servito tutte le divinità riconobbe Hashem e si convertì); due concetti di trasgressione che troviamo nella coppia che Pinchas giustiziò con la sua lancia.
Da dove si evince che proprio queste due Neshamot aiutarono Pinchas? Proprio dal soprannome che gli diedero le tribù, cioè il figlio di “Putì”: è spiegato in masechet Sotà 43a che Pinchas era sia della genealogia di Ytrò (Putì, perché Pitem agalot, cioè, ingrassava i vitelli), sia della genealogia di Yosef (Putì perché Pitpet Ytzrò, cioè si fece beffe del suo istinto cattivo). Da queste due radici e dal Talmud si deducono, anche dal senso piano, gli aiuti spirituali che ricevette Pinchas. Ma Abir Yaakov aggiunge anche una spiegazione dal punto di vista numerologico: la frase della Torà succitata può essere suddivisa in due: “Pinchas”, il nome Pinchas ha lo stesso valore numerico (208) di “Ben Yosef” (il figlio di Yosef); “Ben Elazar ben Aaron”, cioè, figlio di Elazar figlio di Aaron ha il valore numerico (668) di “Ben Ytrò” cioè il figlio di Ytrò.
Esistono molte dinamiche spirituali complesse ma la cosa certa e chiara è che chi si batte per Hashem e per la Spiritualità, dal Cielo lo accompagnano, lottano per lui, lo proteggono in tutto ciò che farà!

Shabbat Shalom Umevorach