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Di Marco Del Monte 

Adattato da uno shiur di Rav Yona Metzgher (Shalita)
Nella nostra Parashà si inizia a parlare di Yosef. Prima di diventare vice-Faraone, la Torà ci descrive tutte le vicende dolorose e tortuose che lo portarono poi a quella posizione.


Tra le disavventure di Yosef vediamo che nel momento in cui si dirige a trovare i fratelli nei campi, questi tentano un piano per disfarsi di Yosef. Reuven cerca di salvare Yosef proponendo di gettarlo in un pozzo, un pozzo particolare, dove non vi era acqua, ma spiegano i maestri che era pieno di serpenti e di scorpioni. La Ghemarà di Masechet Yevamot ci dice che se il marito di una donna cade in un pozzo con delle bestie feroci, la donna non ha diritto di sposarsi nuovamente, perché il marito potrebbe ancora essere vivo; mentre se il marito cadesse in un pozzo di serpenti e scorpioni, sicuramente il malcapitato andrebbe incontro a morte certa, e quindi la donna ha il permesso di sposarsi di nuovo. Come è possibile quindi che Reuven tenta di salvare Yosef conoscendo questa condizione letale. A questo quesito rispondono i chachamim con una delle Halachot riguardanti Chanukkà: in Masechet Shabbat 22a ci viene detto che una Chanukkià più alta di 20 ammà è invalida, cosi come anche il tetto di una sukkà, perché spiega Rashi che “Delà shaletà ba enà” “Poiché l’occhio non domina (raggiunge, carpisce, comprende cose) oltre quella distanza”. E’ scritto nella Mishnà di Tamid che quando si doveva pulire l’altare dalle ceneri poste su di esso, si dovevano gettarle via (Hishlichu) in un determinato luogo. Spiega il Tosfot Yom Tov che ogni volta che si usa il verbo “Vaiashlichu” o “Vaiashlech” si intende una distanza di almeno 20 amma. Da qui impariamo che dal momento che è scritto riguardo a Yosef che i fratelli lo “gettarono nel pozzo”, e usando la Torà il termine “Vaiashlichu”, significa che il pozzo era più profondo di 20 ammà, di conseguenza, sapendo che l’occhio non riesce a vedere e comprendere adeguatamente oltre quella distanza, questo scagiona definitivamente Reuven, il quale non poteva sapere che il pozzo fosse un luogo pericoloso e pieno di bestie velenose, non vedendone adeguatamente il fondo (fin qui lo Shiur di Rav Metzgher). Credo che il legame tra Yosef e la posizione della Chanukkià dove l’occhio non “domina”, possa riferirsi anche alla peculiarità della figura di Yosef, sul quale non aveva potere l’occhio cattivo, il malocchio, come di fatto viene usata l’espressione “Ben Porat Yosef Ben Porat alè Ain” per allontanare presunti influssi negativi. Quindi chi è così elevato, così diretto verso l’alto, verso Hashem, ed unito a Lui, si trova spiritualmente in una posizione così distante da ogni possibile attacco negativizzante che non viene nemmeno minimamente raggiunto. “Ti concederò la Mia benedizione e renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo” (Genesi 22,17), sicuramente le stelle sono collocate ad un distanza estremamente superiore ai 20 Amma, e nessun potere negativo riuscirà a raggiungerle, Ben Porat Yosef Ben Porat Ale Ain, Am Israel Chay!


Shabbat Shalom Umevorach e Chanukkà Sameach