Di Rav Alberto Sermoneta

"בנים אתם לה' אלקיכם .......כי עם קדוש אתה
Voi siete i figli per il Signore vostro D-o..... poiché sei tu un popolo distinto" (Devarim 14;1)
Coloro che sono figli di una persona, sono fratelli fra di loro quindi, essendo figli del Signore nostro D-o ogni ebreo è fratello dell'altro.

I chakhamim della mishnà insegnano dicendo:
"חביבים ישראל שנקראו בנים למקום
Sono tanto cari gli ebrei  che sono chiamati figli per il Signore"(Avot 3; 14)
Questi due versetti della nostra parashà ci indicano quanto il rapporto fra D-o e il popolo di Israele, sia così forte.
I chakhamim della ghemarà invece, si pongono un'ulteriore domanda:
Questo rapporto di fratellanza fra ebrei è incondizionato oppure deve considerarsi a condizione di qualcosa?
Nel trattato talmudico di Qiddushin (36a)
Rabbì Yehudà sostiene che, se vi comporterete come dei fratelli, sarete fratelli all'interno del vostro popolo; viceversa sarete dei nemici, l'uno contro l'altro.
Secondo un'altra opinione, quella di Rabbì Meir, il versetto biblico sopra citato riguarda la figliolanza di D-o:
"Siete dei figli per il Signore vostro D-o".
Il maestro insegna che, se il rapporto di fratellanza è a condizione dell'amore e del rispetto fra gente del popolo, quello con D-o no: infatti, riportando un insegnamento della mishnà di Avot: "אין אהבה תלויה בדבר - l'amore di D-o per il Suo popolo è incondizionato" (Avot 5;16).
Il Signore può perdonare l'essere umano, ma se c'è contrasto all'interno del popolo, questo ne provoca la rovina.
Per cui dobbiamo tenere presente che, il patto stipulato tra D-o e il popolo, dal momento che non decade mai, deve essere per noi ebrei la condizione necessaria per tenerci uniti, in nome proprio di questo patto e per agire l'uno per il bene dell'altro.
Shabbat shalom a tutti voi