Di Rav Alberto Sermoneta
"Ishà ki tazri'a vejaledà..... una donna che genera e partorisce...."
L'inizio della parashà si occupa di nascite: di figli maschi e di figlie femmine, ossia di tutto ciò che concerne la vita.
La vita in generale è considerata un grande miracolo che il Signore opera di giorno in giorno.
" Ha mechaddesh tuvò be khol jom tamid ma'asè bereshit - Colui che rinnova in bene, sempre l'opera della Creazione".
È così che l'ebreo di buon mattino ringrazia l'Eterno, che opera ogni giorno il miracolo del rinnovamento della creazione del mondo.
Il vero miracolo, sostengono i nostri Maestri, è quello di risvegliarsi al mattino, mettersi in piedi sulle proprie gambe e iniziare la propria attività.
Sì, proprio così, perché non è affatto scontato che il risveglio mattutino sia garantito!
"Be jadekhà afkid ruchì - nelle Tue mani affido la mia persona", dice il poeta e ripetiamo noi ebrei, ogni sera prima di addormentarci, confidando in
D-o e nelle opere buone che abbiamo fatto durante il giorno, sicuri di una buona ricompensa.
Sekhar mizvà - mizvà, sekhar 'averà - 'averà - la ricompensa per aver fatto del bene è la serenità che ci accompagna per averlo fatto, la ricompensa per una
malefatta è la malefatta stessa.
Come ci si può presentare al cospetto divino, dopo aver fatto del male anche solo morale, a qualcuno?
Questo shabbat è l'ultimo dei quattro sabati segnalati, è shabbat ha chodesh, il sabato in cui si annuncia l'arrivo del mese di Nissan, in cui cade la festa
di Pesach.
"Ushmartem et chodesh aviv - e custodirete il mese della primavera"; la primavera è la stagione del rinnovo, la stagione in cui si scacciano i malanni
portatici dall'inverno e la speranza che con quelli fisici, se ne vadano anche quelli morali.
Il chamez, che sin da ora dobbiamo togliere dalle nostre case e dal nostro possesso, simboleggia la violenza fisica e psicologica.
Chi non lascia al prossimo il diritto di ribattere a idee discordi è un violento ed è schiavo del proprio comportamento.
Pesach è la festa della libertà, la libertà da una schiavitù pagana, che inseguiva valori effimeri, togliendo al nostro popolo il diritto ad osservare le proprie
tradizioni, solo per il gusto di opprimere i più deboli.
Quindi, celebrare Pesach, preparandosi già da molti giorni prima, equivale a purificarsi internamente, annientando la propria arroganza contro il
nostro prossimo più debole, allontanando da noi quei valori falsi ed effimeri, che accecano i nostri occhi, dal vedere realmente intorno a noi.