Questo sito usa i cookie di terze parti per migliorare i servizi e analizzare il traffico. Le info sulla tua navigazione sono condivise con queste terze parti. Navigando nel sito accetti l'uso dei cookie.

Di Rav Alberto Sermoneta

SHABBAT HA CHODESH

Nella nostra parashà, la Torà tratta della tzara'at che si manifestava attraverso segni o eruzioni cutanee, di cui solo il cohen gadol era in grado di stabilirne la vera identità.

Stabilito che era tzara'at, il "malato" veniva messo in quarantena (fuori dell'accampamento) per una settimana che, in caso di perseveranza delle manifestazioni cutanee poteva essere prolungata di altri sette giorni, ma solo e sempre se stabilito dal cohen gadol.
Secondo Rabbì Ovadià Sforno (medico oltre che rabbino) la tzara'at non era una malattia fisica che aveva bisogno di una cura medica, bensì richiedeva una cura psicologica e spirituale, attraverso l'allontanamento dalla società: "l'isolamento". La tzara'at colpiva l'uomo per uno di sette tipi di comportamento, come la maldicenza ma anche la grettezza di carattere e il cattivo rapporto con la società.
Da oltre due anni stiamo combattendo una pandemia che ha strane manifestazioni, le quali vengono trattate con una particolare cura: l'isolamento.
Camminando per la strada ci si accorge che fra le persone, non vi è più rapporto sociale, né si può più godere di un gesto gentile dell'uno verso l'altro; ognuno è chiuso in se stesso.
L'isolamento, la quarantena e gli accorgimenti usati per guarire e non trasmettere il virus, non servono altro che a mettere la persona colpita, nella condizione di vivere isolata temporaneamente e di riflettere; ma soprattutto ristabilire in essa il desiderio di ritornare a comunicare con il prossimo.
Per poter vivere sereni in mezzo alla gente, dobbiamo accettarla, ma soprattutto adoperarci anche per il loro bene e per quello di tutta l'umanità.
Così era per la tzara'at che colpiva coloro che non erano in grado di vivere in mezzo alla società, arrecando loro danni piuttosto che vantaggi.
L'isolamento era l'unica cura richiesta e il Cohen gadol che verificando la sua identità e la sua guarigione, in realtà non faceva altro che capire se, colui che ne era stato colpito, era in grado di ritornare a vivere una vita sociale degna di questo nome oppure no.

Shabbat Shalom e chodesh tov