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Di Rav Alberto Sermoneta

Con la parashà di questa settimana inizia il quarto libro della Torà, in cui vengono narrati tutti gli episodi e le vicissitudini del popolo durante i quaranta anni di permanenza nel deserto.
La parola MIDBAR significa DESERTO, quindi - Bemidbar - Nel deserto.
Nella radice di questo termine però, troviamo un qualcosa di particolarmente interessante: infatti la radice della parola MIDBAR è DAVAR che significa appunto, Parola, Cosa, Discorso. Il suo plurale è Devarim, proprio come gli Aseret ha devarim - Le Dieci Parole che sono state promulgate nel Deserto.


Di Rav Alberto Sermoneta

Con questa parashà inizia il quarto libro della Torà, che prende il nome proprio da una delle prime parole con cui esso inizia: Bemidbar - nel deserto o, come fu tradotto dai Settanta - Numeri, in quanto inizia con un censimento del popolo ebraico.
Dopo l'uscita dall'Egitto, dopo la costruzione del Tabernacolo mobile del deserto, gli ebrei che erano stati schiavi in Egitto, poi liberati e di nuovo inseguiti dal Faraone, iniziano a darsi una conformazione.
Da gruppo di settanta persone, scese in Egitto ai tempi di Giuseppe, il Signore comanda di istituzionalizzarsi come popolo, de facto e de jure.
L'uscita dall'Egitto gli aveva attribuito la libertà, elemento fondamentale alla definizione di popolo.

Di Rav Alberto Sermoneta

Il quarto libro della Torà, che inizieremo a leggere questo shabbat, racconta gli episodi avvenuti nel deserto (be midbar) durante i quaranta anni di permanenza del popolo, prima che questo entrasse nella Terra di Israele.
La permanenza nel deserto ha avuto lo scopo di trasformare i figli d’Israele sfiniti, e senza un ordinamento giuridico, dopo quattro secoli di schiavitù in Egitto, in un vero e proprio popolo, disciplinato da leggi e regolamenti.


Di Rav Alberto Sermoneta

Con la parashà che leggeremo questo shabbat si inizia il quarto libro della Torà, che prende il nome proprio da una delle prime parole con cui la parashà inizia: Bemidbar, termine che in italiano significa “nel deserto” poiché in tutto il libro vengono narrati gli episodi più salienti avvenuti in mezzo al popolo, durante i quaranta anni di permanenza nel deserto, prima dell’ingresso nella Terra di Israele.
La maggior parte degli episodi narrati nel libro, chiamato invece dai Settanta “Numeri” perché inizia con un censimento degli uomini del popolo, contiene episodi che raccontano momenti poco piacevoli e comportamenti del popolo o, di parte di esso, che contrastano fortemente con la denominazione di “Popolo Kadosh e speciale possedimento divino”.
Nonostante ciò, il libro inizia nella maggior parte degli anni, nella settimana o il sabato che precede la festa di Shavuot; i commentatori si chiedono il motivo di questa coincidenza e che relazione c’è fra la parashà di Bemidbar e la festa di Shavuot.


Di Rav Alberto Sermoneta

Con la parashà di Bemidbar che leggeremo questo shabbat, inizia il quarto libro della Torà, che prende il nome da una delle prime parole con cui inizia: BEMIDBAR.
Il nome che fu dato dalla traduzione dei Settanta e in seguito dalla Vulgata è quello di NUMERI, in quanto esso inizia con un censimento del popolo ebraico, in particolare degli uomini dai venti anni in su atti alla guerra.
In effetti il nome che il libro ha in ebraico è più consono al suo contenuto complessivo, perché in esso è narrata la storia del popolo, la sua formazione e gli episodi più negativi, avvenuti durante i quaranta anni di permanenza nel deserto.


Di Rav Alberto Sermoneta

Questo Shabbat è l'ultimo prima della festa di Shavu'ot; è il sesto sabato da dopo la festa di Pesach.
In esso leggeremo l'ultimo capitolo dei Pirkè Avot, che abbiamo iniziato a leggere proprio il sabato seguente la festa di Pesach.
Anticamente nella Mishnà i capitoli erano cinque ma si è deciso di aggiungerne un altro proprio per riguardo a coloro che usavano leggerlo nei sabati che intercorrono fra Pesach e Shavu'ot, come preparazione a ricevere la Torà.